Project Revelation, l’arte esperenziale arriva alla Milano Design Week
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Project Revelation, l’arte esperenziale arriva alla Milano Design Week | Wired Italia


Entrare in Project Revelation significa intraprendere un viaggio emozionale che, avvalendosi dell’utilizzo del suono, della luce e del colore, permette allo spettatore di risvegliare dentro di sé immagini e archetipi dimenticati, tramite la contemplazione delle opere e la meditazione innanzi ad esse.

L’unione di tutti questi elementi consente di andare oltre il semplice livello materiale, per ritrovare un dialogo con la nostra anima e avvicinarci ad un mondo spirituale che nella società attuale sta riconquistando l’attenzione di un numero crescente di persone ad ogni livello.

L’arte di The Prism, che fonde insieme la tecnica della audiowalk (passeggiata accompagnata da un audio) e l’impiego di light boxes astratte in ambiente immersivo, si inserisce in un filone della contemporaneità solo in apparenza scomparso. Se lo sciamanesimo e le tecniche estatiche risalgono ad un passato ancestrale, è anche vero che le avanguardie artistiche hanno sempre risentito dell’influsso dello spiritualismo, sia pur occultandolo sotto istanze rivoluzionarie e moderniste. A partire dai disegni astratti che illustrano Thought-Forms (Forme-Pensiero, 1905) della teosofa Annie Besant, e che anticipano l’astrattismo spiritualista di Vasilij Kandinskij, al cubismo orfico dei fratelli Duchamp, al Futurismo esoterico, all’immaterialismo di Yves Klein e alla rivisitazione delle pratiche sciamaniche da parte di Joseph Beuys, fino alla cultura psichedelica degli anni ‘70 (oggi ampiamente riscoperta), si manifesta con evidenza una intera controstoria dell’arte contemporanea spiritualista, a cui l’operazione Project Revelation appartiene di diritto e di fatto.

È proprio questo lo scopo del progetto: tornare a concepire l’arte come un dono da mettere al servizio dell’uomo, permettendo una guarigione dell’anima, per vivere, respirare ed esistere nella piena consapevolezza del sé.

Come nella tipica tradizione sciamanica, è un vero e proprio stato di trance estatica che muove The Prism a creare i suoi lavori, che nascono nel momento in cui lo stato meditativo lo conduce a divenire un “canale vuoto”, generatore di opere intese non come manufatti estetici, ma come portali energetici.

Sette – il numero simbolico della fede, della spiritualità e dell’illuminazione – sono le sale che lo spettatore attraversa immergendosi in un percorso emozionale verso la riscoperta del sé, ciascuna caratterizzata da un nome e una funzione.

La prima sala prende il nome di Recharge and Rebalancing, e ci induce a oltrepassare la frammentazione psicologica iniziale; la seconda Spiritual Enhancer è intesa a infliggere un contraccolpo mentale, a cui fa seguito Rebirthing, dove iniziamo il percorso di rinascita interiore, per passare ad Higher Self, raggiungere The Hole of The Awareness, prendere visione di Hidden Treasure ed infine approdare alla stanza più “elevata”, quella dell’appuntamento con noi stessi – Soul Meeting (I AM).

Il curatore Marco Senaldi ha dichiarato: “Spiritualità e arte possono sembrare due concetti molto lontani, ma la rivelazione estetica, nel suo senso più profondo, non è altro che l’epifania di quell’Essere che tutti siamo”.

Project Revelation si inserisce nel distretto delle 5Vie, che per l’edizione 2023 avrà come tema Design for Good, una ricerca che dà spazio al rapporto tra design e benessere psicofisico, senza dimenticare l’importanza della spiritualità, fondamentale nel processo di “rinascita”.



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di Redazione www.wired.it 2023-04-18 12:01:00 ,

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